La gnatologia è la branca dell’odontoiatria che studia la fisiologia e le patologie del complesso cranio-cervico-mandibolare, il quale partecipa ad importanti funzioni oltre alla masticazione: con la mandibola si deglutisce, si parla, viene stabilizzata la testa sul collo. Per questo le disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare possono causare diversi disturbi, come cefalea, dolori cervicali, dolori facciali vicino all’orecchio e blocchi della mandibola.
Se pensiamo alla complessità dell’espressività emozionale del viso e della parola e alla ricchezza anatomica del capo, con dodici paia di nervi cranici che coordinano decine di muscoli, comprendiamo come il movimento dell’articolazione temporo-mandibolare sia coinvolto in tante sintomatologie dolorose e nelle cosiddette “parafunzioni” come il bruxismo e il serramento, che possono essere asintomatiche ma anche avere importanti effetti sul sistema neuromuscolare.
La terapia gnatologica consiste nel ristabilire i normali rapporti fra le strutture dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM) ponendo rimedio a queste problematiche.
Nel nostro studio dentistico a Trento, dopo una accurata diagnosi con l’ausilio di moderni programmi computerizzati e di strumentazioni all’avanguardia come l’elettromiografo e la pedana stabilometrica, vengono costruite delle placche di svincolo in resina o bite dentali. Il bite ha l’obiettivo di riposizionare la mandibola e ridurre le tensioni muscolari e lo stress articolare, alleviando i sintomi.
Una volta eliminate le contratture, si procede alla terapia di stabilizzazione dei risultati, che può prevedere estrazioni o molaggi selettivi, interventi ortodontici, protesi per ripristinare una più corretta occlusione, oppure interventi di applicazione di PRP direttamente nell’articolazione.
Il termine bite (dall’inglese “morso”) indica genericamente un oggetto che mettiamo fra i denti. Ne esistono di diverse tipologie, sia universali (preconfezionati) sia su misura. Ognuno ha la sua specificità e le sue indicazioni: alcuni sono prettamente protettivi (come quelli degli sportivi) o per casi di bruxismo senza sintomi dolorosi, altri servono per correggere i disturbi legati a schemi posturali perduti, come cefalee, mal di schiena, dolori cervicali, torcicollo, formicolii alle estremità, appoggi plantari scorretti, ridotta efficienza muscolare, vertigini, ronzii auricolari, apnee notturne ecc.